Dimenticate gli aperitivi con patatine e spritz. Scordatevi anche le cene con 3 portate. Se pensate che un bel pranzo domenicale sia impegnativo, è solo perché non avete mai partecipato a un banchetto medievale, rinascimentale o imperiale. La storia è piena di festini degni di uno show gastronomico: lunghi giorni, animali interi farciti con altri animali (sì, tipo matrioske di carne), fontane che versano vino e tavole imbandite dove si mangiava… quasi tutto.
Preparate lo stomaco (e un po’ di ironia): ecco un viaggio tra i banchetti più esagerati della storia!
Trimalcione: il primo influencer della cena romana
Nel Satyricon di Petronio, Trimalcione — un liberto arricchito con il gusto kitsch dei nuovi ricchi — offre un banchetto così esagerato da sembrare una parodia… ma era realtà! O quasi.
Cosa si mangiava?
- Porcellini farciti di uccellini (già cotti).
- Lepre presentata con ali finte per sembrare Pegaso.
- Piatti a forma di segni zodiacali, ognuno col proprio cibo tematico.
- E dulcis in fundo… una torta che “sanguinava” quando tagliata. Effetti speciali ante litteram.
Il messaggio era chiaro: “Sono ricco, guardate quanto posso sprecare”. Instagram l’avrebbe adorato.
Il banchetto dei Medici: Firenze in food mode
Lorenzo il Magnifico non si chiamava così per caso. A metà del Quattrocento, i Medici amavano organizzare banchetti in cui il cibo era solo una scusa per mettere in scena la cultura, l’arte e… un po’ di egocentrismo di classe.
Cosa si mangiava?
- Pavoni arrostiti e poi rivestiti delle proprie piume.
- Pane dorato con zafferano.
- Marzapane scolpito come cupole e templi.
- Torte che contenevano strumenti musicali in miniatura. (No, non commestibili).
Mangiare era un’esperienza teatrale: ogni portata era una scenografia vivente.
Enrico VIII: il buffet che sfidò la digestione
Il re d’Inghilterra noto per il numero di mogli e la circonferenza della vita era anche un fan delle grigliate… molto abbondanti.
Cosa si mangiava?
- 13 portate principali, tutte a base di carne.
- Beccaccini, cigni, cervi interi, testicoli di toro (per la virilità, si diceva).
- Pane a forma di castelli.
- E poi vino. Tanto vino. Sempre vino.
Le cronache parlano di “sonnellini strategici” tra una portata e l’altra. Il termine “abbiocco” probabilmente nasce qui.
Luigi XIV: il Re Sole… del buffet
A Versailles non si pranzava. Si celebrava il potere attraverso il cibo. Luigi XIV pranzava davanti alla corte come se fosse Netflix live, con nobili che osservavano in silenzio ogni boccone.
Cosa si mangiava?
- Fagiani, quaglie e anatre ripiene.
- Gamberi che decoravano montagne di insalate.
- Frutta candita, spesso solo per bellezza.
- Brodi serviti in tazze d’oro (no, non erano da asporto).
Versailles era la prima food gallery della storia. E nessuno poteva alzarsi prima del re. Digestione reale, tempi reali.
Napoleone: poco show, tanta sostanza
Napoleone amava mangiare velocemente. Ma per gli ospiti, gli chef preparavano cene sontuose degne di un imperatore.
Cosa si mangiava?
- Piatti ispirati alle battaglie (zuppa “Austerlitz”?).
- Agnello all’imperiale con salsa “militare”.
- Dolci con mappa geografica disegnata sopra (giuro!).
- Un’insalata servita dentro un elmo. Perché no?
Lui intanto finiva in 20 minuti. Gli altri ci mettevano 3 ore. Classico Napoleone.
Il banchetto futurista: quando il cibo diventa arte dadaista
Nel Novecento, i futuristi italiani — quelli che volevano l’arte veloce, industriale, provocatoria — decisero che anche la cucina doveva rompere le regole.
Cosa si mangiava?
- Pollo con marmellata e acciughe.
- Palle di riso azzurro.
- Piatti con nomi come “Aerosbocciata” o “Raffiche di sogno”.
- Il tutto servito su specchi, oppure accompagnato da poesie.
Altro che MasterChef. Qui il piatto ti parlava. Forse anche ti giudicava.
E oggi?
Rispetto ai banchetti del passato, oggi abbiamo sushi all you can eat, brunch infiniti e cene con 12 mini-portate e nomi impronunciabili. Ma, ammettiamolo: nessun menù di degustazione regge il confronto con un pavone flambé o un elmo pieno d’insalata.
Forse non vorremmo davvero mangiarli… ma un invito, lo avremmo accettato volentieri. Magari portando un digestivo.
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