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Lanzarote: il gioiello vulcanico delle Canarie che tutti vogliono scoprire

Hai mai messo piede su un altro pianeta senza lasciare l’Europa? È esattamente la sensazione che si prova atterrando a Lanzarote.

Quest’isola delle Canarie, a un passo dall’Africa ma parte della Spagna, è un posto che non assomiglia a nulla di ciò che conosci. Niente grattacieli, niente palme da cartolina. Solo terra nera, silenzi profondi, vento salato e una bellezza che ti arriva diretta, senza filtri.

Un paesaggio che sembra Marte

Appena inizi a esplorarla, capisci subito che Lanzarote è una creatura vulcanica. Il cuore dell’isola è il Parco Nazionale di Timanfaya: un deserto rosso-nero punteggiato di crateri, con vapori che escono dal terreno e una sensazione continua di essere finiti dentro un film di fantascienza.

Se vuoi provare qualcosa di davvero unico, vai a pranzo al ristorante El Diablo: qui cucinano con il calore del vulcano. Letteralmente. Una griglia piazzata sopra una bocca calda della Terra. Spettacolare.

L’arte che nasce dalla lava

Ma Lanzarote non è solo natura. È anche arte pura, grazie a una figura eccezionale: César Manrique. Artista, architetto, visionario, ha lasciato sull’isola opere che sembrano uscite da un sogno.

I Jameos del Agua, ad esempio, sono grotte laviche trasformate in spazi dove convivono architettura, acqua e luce. Oppure il Mirador del Río, una terrazza scavata nella roccia che si affaccia sull’oceano come se fosse un occhio sospeso nel cielo.

Manrique ha lottato per proteggere Lanzarote dal turismo selvaggio e ha dato vita a un modello di convivenza tra uomo e paesaggio che ancora oggi funziona.

Spiagge per chi cerca libertà

Dimentica gli ombrelloni ordinati e i lidi affollati. A Lanzarote, le spiagge sono selvagge, libere, vere. C’è Famara, dove il vento soffia sempre e i surfisti danzano tra le onde. C’è Papagayo, una serie di calette nascoste, perfette per perdersi. E poi c’è Caletón Blanco, con la sabbia bianca e la lava nera che creano un contrasto da fotografia.

L’isola dei ritmi lenti (e dei vini impossibili)

Una delle cose più belle di Lanzarote è che ti obbliga a rallentare. Le distanze sono brevi, non c’è traffico, il tempo sembra avere un altro spessore. È il posto perfetto per camminare, leggere, guardare il cielo.

E magari bere un bicchiere di Malvasia vulcanica, il vino simbolo dell’isola, coltivato nella cenere nera della regione di La Geria. Le viti crescono in piccoli crateri scavati a mano: è un paesaggio che non esiste altrove. E il sapore? Minerale, intenso, pieno di storie.

Dove dormire: silenzio, stelle e architettura locale

A Lanzarote puoi trovare strutture bellissime, spesso semplici ma curate nei dettagli. Piccole case bianche nel nulla, fincas rurali in mezzo alla lava, eco-lodge in stile Manrique dove la sostenibilità non è una moda, ma una scelta concreta.

E di notte, se alzi gli occhi, capisci perché quest’isola è magica: un cielo nero pieno di stelle, limpido, infinito.

Il momento giusto? Sempre.

Il clima è uno dei segreti meglio custoditi di Lanzarote: primavera tutto l’anno. Non troppo caldo, non troppo freddo, quasi mai pioggia. Puoi andarci a gennaio per scappare dall’inverno, o a settembre per goderti la pace dopo l’estate.

E arrivarci è facile: ci sono voli diretti da molte città italiane ed europee, e una volta lì, ti basta una macchina e un paio di scarpe comode.

Ti lascio con 3 buoni motivi per partire:

  • Perché non assomiglia a nessun altro posto.
  • Perché è ancora autentica, ma già di tendenza.
  • Perché ti farà innamorare del minimalismo, della lava e della luce.

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