Perché nello spazio regna il silenzio… e come alcuni segnali cosmici “suonano” davvero
Nello spazio “nessuno può sentirti urlare”: è uno degli slogan più celebri della fantascienza, ma anche una realtà fisica. Tuttavia, grazie ai progressi della scienza, oggi possiamo “ascoltare” segnali cosmici provenienti da buchi neri, stelle pulsanti e persino dalla nascita dell’universo.
Il suono ha bisogno di un mezzo
Il suono, a differenza della luce, ha bisogno di un mezzo materiale per propagarsi: gas, liquidi o solidi. Si tratta infatti di onde meccaniche che si diffondono attraverso la vibrazione delle particelle.
Esempio:
- Se urliamo sott’acqua, il suono si propaga (diversamente da come succede nell’aria).
- Nel vuoto dello spazio, invece, non c’è nulla che possa vibrare: nessuna aria, nessun gas denso.
Risultato? Silenzio assoluto.
Perché sentiamo le esplosioni nei film spaziali?
Nel cinema, lo spazio è spesso rumoroso: astronavi che esplodono, motori rombanti, armi laser. Questo avviene per ragioni narrative, non scientifiche. In realtà, anche una gigantesca esplosione di supernova, vista da vicino nello spazio aperto, non produrrebbe alcun suono udibile.
Ma allora… cosa possiamo “ascoltare”?
Anche se il suono non si propaga nello spazio, l’universo emette onde sotto forma di:
- Onde radio
- Onde gravitazionali
- Vibrazioni di particelle cariche
- Radiazione cosmica di fondo
Questi segnali non sono suoni, ma possono essere tradotti in suoni udibili usando una tecnica chiamata sonificazione.
La sonificazione: trasformare dati in suono
Gli scienziati possono mappare dati astronomici (come onde radio o flussi di particelle) in frequenze acustiche, creando “paesaggi sonori” dello spazio.
Esempi reali:
- Il buco nero nella galassia Perseo: la NASA ha convertito onde di pressione rilevate nel gas circostante in una scala musicale profonda e inquietante.
- Pulsar (stelle di neutroni rotanti): emettono impulsi regolari che, convertiti, sembrano ticchettii o battiti.
- Onde gravitazionali: eventi come la fusione di buchi neri producono segnali che, se sonificati, suonano come un “chirp” (cinguettio) che sale rapidamente di tono.
Il suono nel sistema solare
Alcuni luoghi nello spazio non sono totalmente vuoti. In regioni come:
- l’atmosfera superiore di Giove,
- le nubi di gas interstellare,
- la corona solare,
è possibile registrare vere onde sonore con sonde spaziali, come fece la Voyager, che ha “ascoltato” il vento solare e le onde di plasma.
Curiosità: la nota più bassa dell’universo
Nel 2003, gli astronomi scoprirono un’onda di pressione emessa da un buco nero nella galassia Perseo. Questa onda, se convertita in suono, corrisponde a una nota 52 ottave sotto il Do centrale: troppo bassa per essere udita da qualsiasi essere vivente… ma tecnicamente è una nota musicale cosmica.
Il silenzio dello spazio è reale, ma non è assoluto. L’universo vibra, pulsa, emette onde — solo che non possiamo sentirle con le orecchie. Grazie alla scienza, però, possiamo ascoltare le stelle, tradurre dati in musica e dare voce a un cosmo che, in apparenza, tace.
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