Michelangelo Buonarroti, uno dei più grandi artisti del Rinascimento, è noto per la sua incredibile maestria nella scultura, ma anche per una curiosa abitudine: lasciare le sue opere incomplete. E no, non si tratta di pigrizia o di una passione per la procrastinazione artistica. Le sue “sculture non finite” sono diventate un enigma affascinante, tanto da trasformarsi in veri e propri capolavori. Ma siamo sicuri che non siano solo dei progetti lasciati a metà per mancanza di tempo o di voglia?
Le sculture “interrotte”: stile o coincidenza?
Chiunque abbia visitato la Galleria dell’Accademia a Firenze avrà sicuramente notato i cosiddetti Prigioni, una serie di figure che sembrano lottare per emergere dal marmo. Ma cosa ci voleva a finirli? Una rifinitura qua e là e via, come un buon artigiano finisce il suo mobile. Eppure, secondo molti critici d’arte, è proprio questa incompiutezza a renderli così affascinanti: figure umane che sembrano imprigionate nel blocco di marmo, come se stessero ancora cercando di uscire dal nulla. Se fosse stato un altro scultore, si sarebbe parlato di distrazione o di lavoro a metà, ma essendo Michelangelo, diventa una “scelta artistica rivoluzionaria”.
Il David incompleto? Per fortuna no!
Pensate se Michelangelo avesse lasciato il David a metà! Ci troveremmo oggi con una statua senza testa o con una gamba appena abbozzata, magari accompagnata da un cartello con scritto “Work in Progress”. Per fortuna, in quel caso ha deciso di portare a termine il lavoro, regalando all’umanità una delle più straordinarie sculture di sempre. Ma allora perché alcune le ha finite e altre no? Non poteva prendersi un po’ di ferie e tornare con lo scalpello in mano per finire anche i poveri Prigioni?
Genio o sfaticato?
L’idea che Michelangelo fosse un perfezionista maniacale è ben nota: lui stesso affermava che la scultura consisteva nel “liberare la figura già presente nel marmo”. Ma forse, tra una commissione papale e l’altra, si è semplicemente ritrovato con troppi progetti aperti, un po’ come chi inizia mille serie TV senza mai finirle. La differenza? Nel suo caso, anche i “lavori in corso” sono stati consacrati alla storia dell’arte.
Che fosse una decisione artistica consapevole o semplicemente il risultato di un’agenda troppo piena, le sculture non finite di Michelangelo restano tra le opere più affascinanti della storia dell’arte. Forse, il loro vero fascino sta proprio nel mistero che le avvolge: sono un invito a immaginare, a completare mentalmente ciò che manca, a vedere l’arte come un processo e non solo come un risultato. Insomma, se anche voi avete progetti lasciati a metà, ora potete dire che si tratta di “un omaggio a Michelangelo”.
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